Ieri sera a Matrix si discuteva del controverso libro Pasque di Sangue. Per chi volesse approfondire una buona raccolta di post è questa. Tra i partecipanti alla trasmissione c’era anche Fiamma Nierenstein, la quale sosteneva che il maggior pericolo di questo libro sarà l’uso a fini antisemiti. Su questo punto non si può che dare ragione alla signora Nierenstein. Dove invece mi trovo in disaccordo è quando la signora Nierenstein ha affermato la necessità, alcune volte, di censurare così come trova giusta la legge sulla punibilità penale di chi nega l’Olocausto. Vorrei far notare che la storia ci insegna che le idee non si impongono mai con il carcere. Tantomeno che ai tempi di internet il tanto discusso libro “autocensurato” dall’autore è perfettamente disponibile sulle reti peer to peer.
Una risposta a “Pasque di sangue”
Trovo estrememente pericoloso condividere l’argomentazione secondo cui ragioni di opportunità socio-politica possono condurre all’irrevocabile giudizio di censura di testi, il cui contenuto è tratto da fonti storiche, per la lettura distorta e strumentale che si tema venga compiuta dai rapprestanti di alcuni movimenti antisemiti.
E’ possibile discutere sulla veridicità delle fonti, sulla bontà della metodologia utilizzata e confutare il merito delle tesi con scritti che ne sconfessino il contenuto. Non ritengo democratico, invece, ergersi a giudici di ciò che può o non può essere conosciuto trincerandosi, appunto, dietro il paravento delle “ragioni di opportunità”. Non solo. Ritengo anche che in tal modo si sia prodotto unicamente l’effetto boomerang di suscitare una curiosità – che definirei morbosa – per il libro di Toaf e per lo “pseudo-segreto” ivi contenuto e ormai sepolto.