Jeremy Rifkin – La terza rivoluzione industriale

La maggior parte di questo presunto saggio è più che altro dedicata a fare pubblicità alle consulenze di Jeremy Rifkin, il resto è più o meno fuffa. Secondo l’autore siamo alle soglie della terza rivoluzione industriale (a proposito una volta introdotta la sigla TRI usarla sempre avrebbe ridotto il libro della metà), grazie alla quale tutto cambierà. Dovremo rivedere l’economia, l’insegnamento il lavoro, ma non viene data nessuna prova al riguardo, niente di ciò che dice fa supporre che si tratti qualcosa di diverso da una normale evoluzione degli eventi. Non sono un esperto, ma credo che un economista classico direbbe che è normale che se il petrolio diventa costoso per la sua “scarsità” chi ha bisogno di energia cercherà nuove fonti. Se un settore perde occupati, ma c’è un nuovo settore (terzo settore) in espansione i lavoratori si trasferiranno (o dovrebbero) da un settore all’altro.
Il libro è inoltre pieno di una urtante doppia morale: le lobby sono il male, sopratutto quelle del petrolio, però se ci fossero le lobby del solare bisognerebbe rivalutare tutto il sistema delle lobby, che in fondo sono buone. Le aziende classiche sono il male, pensano solo al profitto e distribuiscono denaro (lo sterco del demonio) a chi ci lavora e ai proprietari ; le “aziende” del terzo settore invece anche quando pagano stipendi a chi ci lavora, improvvisamente lo sterco diventa fiori, non è più un profitto per chi lo riceve. Se un cantante vuole vendere i suoi dischi al prezzo che dice lui è un vecchio approfittatore che dovrebbe dare via le canzoni gratis, se invece ti chiami Jeremy Rifkin i tuoi libri, le tue consulenze debbono essere pagate profumatamente.


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